Le dimensioni non contano.

Non appena inizierà ad intravedersi un po' di pancino la sensazione è quella che il corpo diventi di dominio pubblico. Amici, parenti e colleghi sono impazienti di toccare la pancia ed esprimere giudizi sulle sue dimensioni. Nemmeno gli sconosciuti si vergogneranno ad esprimere le proprie opinioni personali o a indovinare il sesso del nascituro in base alla forma.

"Oddio sei sicura di non aspettare dei gemelli?" oppure "Ormai manca poco" quando magari sei solo nel sesto mese, non farà altro che aumentare le preoccupazioni o alimentare ansie nella mamma. Anche avere un pancino non è una passeggiata perchè anche in questo caso la gente non lesinerà sui commenti: "Che pancia piccola che hai!" oppure "Dall'ultima volta non è cresciuta per niente!".

Che siano semplici osservazioni o complimenti velati non si conosce dall'altra parte cosa la mamma stia attraversando, rischiando di alimentare insicurezze inutili che possono andare a influire sul corso della sua giornata.

E' importante ricordare che non esiste una misura corretta o conforme perchè ogni donna e ogni gravidanza sono uniche. I fattori che incidono sulle dimensioni possono essere molti tra cui:

• numero di gravidanze: nelle prime tende essere più piccolo perchè i muscoli addominali sono più tesi;

• gravidanze gemellari;

• quantità di liquido;

• posizione del bambino;

• la postura.

Solo il medico professionista o l'ostetrica possono valutare con ecografie ed esami specifici l'attuale situazione della gravidanza e se la crescita del* bambino* procede al meglio.

 

 

Perché abbiamo bisogno di esprimere sempre questi giudizi?

La tendenza a giudicare gli altri e giudicarsi è comune, è parte integrante della natura della mente umana. È un processo rapido e spontaneo, che spesso avviene a livello inconscio e i cui risultati emergono quasi inaspettatamente.

Lo yoga parla di “non-giudizio”: un elemento di grande importanza nella pratica della consapevolezza. La meditazione, la pratica della gratitudine, il saper riconoscere i pensieri, il non-attaccamento ai risultati, sono tutte pratiche per arrivare a vivere una vita libera dalle catene dei pregiudizi. Non è affatto semplice mettere in pratica questi concetti e si tratta di un lavoro lungo e costante che parte dall'osservazione della mente. 

Imparando a fermarsi e a osservare i pensieri, scoprirai che abbiamo un sacco di opinioni su ogni cosa: mi piace questo, non mi piace quello, voglio questo, non voglio quello, questo è buono quello è cattivo. E’ un continuo flusso di giudizi. Iniziare con piccoli passi e portare più consapevolezza nelle nostre menti può migliorare nettamente la qualità del pensiero e di conseguenza della vita.

Smettere di giudicare è possibile, ma deve partire da noi. Nessun altro può modificare i nostri stessi pensieri.